Gli Argonauti N° 155
Innamorarsi in gruppo, innamorarsi del gruppo
di Andrea Jannaccone Pazzi
Cosa fare quando due pazienti in gruppo s’innamorano? E se quel sentimento diventa un agito? Come deve muoversi l’analista? I pazienti devo uscire dal gruppo?
Il lavoro prende in esame la tematica dell’amore tra pazienti dello stesso gruppo terapeutico.
Si analizza il vertice del paziente e le relative dinamiche transferali sia con l’analista che intra-gruppo.
Al lettore viene offerta la possibilità di riflettere su come uno stile di conduzione, talvolta immaturo, possa influenzare tali dinamiche nel gruppo.
L’autore racconta, attraverso uno stile relazionale autentico, una complicata vicenda terapeutica e mette in luce una possibile via per trasformare tale dinamica, spesso empasse per il gruppo stesso, in risorsa.
Fratria
di Stefania Marinelli e Alessio Manciocchi
Questo lavoro tenta di individuare alcune componenti del sentimento di rivalità dei fratelli e tratta in particolare l’estensione sociale della sua appartenenza ad un ambito plurale e indifferenziato. Vi si fa riferimento al complesso fraterno in quanto categoria psicoanalitica che esplora: la dinamica intrapsichica fra posizione narcisistica e complesso edipico (Kaës, 2008); la configurazione relazionale intrafamiliare e transgenerazionale (Kaës,1993) e il contratto narcisistico (Aulagnier,1975); la funzione elettiva del complesso fraterno per il gioco identificatorio e speculare (Trapanese, Sommantico, 2008) e quella di struttura di base che plasma non solo la formazione intrapsichica del singolo e la relazione intersoggettiva dei fratelli (Kaës, 2008), ma anche la vita familiare, intergenerazionale e sociale (Kancyper, 2004).
Cercheremo di indicare come i legami fraterni e l’intero apparato familiare formino nel loro insieme un campo psichico condiviso, che ha a sua volta qualità proprie sovradeterminate/sovradeterminanti, anche indipendenti dai soggetti che lo formano.
A partire dalla centralità e specificità del complesso fraterno inteso come legame con l’oggetto d’amore condiviso che crea rivalità, invidia e gelosia, ma anche solidarietà e gioco identificatorio, ci ripromettiamo di trasferirne la visione dall’area del complesso edipico ad un’area più espansa che tenga conto degli aspetti transizionali e reciproci che legano la mente individuale al suo ambiente (Winnicott, 1965).
Cercheremo infine di indicare come il legame reciproco con i fratelli (orizzontale) e con i genitori (verticale) sia intriso anche di una relazione profonda e sovradeterminante con l’insieme ambientale, che contiene più di una scena primaria o una scena primaria allargata che non coincide con quelle singole.
Un’esemplificazione clinica chiarirà alcuni aspetti della trattazione, in particolare l’ipotesi della ricaduta generazionale che può trarre origine dai rapporti di rivalità tra fratelli.
Sipario! L’emersione del soggetto nel lavoro con gruppi di migranti tossicodipendenti
di Simone Spensieri
Il lavoro etnopsichiatrico con immigrati tossicodipendenti al Ser.T, pone al centro della riflessione l’esplorazione della scena rappresentata durante il consumo di droghe, indagato come pratica rituale descrittiva; non solo strategia di evasione dalla realtà, ma modalità di affermazione di un’esperienza, di una situazione che non si può dire altrimenti. Una mise en espace, sceneggiata dalla sostanza, il cui contenuto rimanda ai vissuti dei ragazzi.
Mettere l’accento sulla soggettività, configurazione di modi storicamente situati di percepire il mondo e agirvi, permette di approfondire il significato, poi elaborabile, di una sofferenza che si mette in forma tramite la sostanza.